L’ortodonzia è quella branca dell’odontoiatria che si occupa dell’allineamento dentale, e fare ordine in dentature troppo affollate e malposizionate.
L’ortognatodonzia, invece, non si limita alle manipolazioni dei denti. Ma va oltre, occupandosi anche delle malformazioni delle ossa mascellari, e delle ripercussioni che tali irregolarità hanno sull’aspetto del viso e sull’efficacia di funzioni quali la respirazione, la masticazione e la fonazione.
L’ortognatodonzia bioprogressiva, infine, può essere considerata un’evoluzione della precedente, è l’insieme di 12 diverse tecniche ortodontiche basate sull’evidenza scientifica (evindence based). Il suo padre fondantore è il prof. Robert Murray Ricketts, già riconosciuto, con unanime ammirazione, per gli studi di cefalometria e per la sua dettagliata analisi cefalometrica, espose al mondo le proprie teorie nel lontano 1979 con la pubblicazione del libro “Bioprogressive therapy”. La moderna Scienza Bioprogressiva consiste nel porre in essere principi diagnostici e terapeutici, seguendo un iter logico basato sul rispetto delle leggi biologiche.
Le principali novità introdotte dallo scienziato americano sono:
Secondo la Scienza Bioprogressiva, da noi praticata, gli apparecchi vengono applicati in maniera progressiva seguendo una logica legata agli obiettivi da raggiungere. I primi denti ad essere interessati sono di solito i molari considerati le fondamenta dell’occlusione. Successivamente gli incisivi inferiori, coperti dal labbro inferiore i premolari ed i canini nascosti dalle guance. L’ingranaggio di molari e canini è alla base di una buona riuscita del trattamento e di una sua difficile recidiva. Con questo approccio gli incisivi superiori, che sono i denti più visibili e sono considerati il tetto dell’occlusione vengono di solito interessati nelle ultime fasi della terapia, sino al raggiungimento dell’obiettivo prefissato.
In ortodonzia tradizionale, nonostante le intenzioni siano nobili – ossia rimettere al loro posto i denti – ci si limita, spesso, solo a ottenere un sorriso più bello, dimenticando il rapporto cranio-occlusale nel quale sono necessariamente coinvolti anche i denti, specialmente se spostati meccanicamente con forze incontrollate.
Si sottovaluta, inoltre, che ogni spostamento dentale non si limita solo a generare modificazioni estetiche, ma tutto ciò può influire pesantemente sulla salute psico-fisica della persona. Infatti, se le ossa craniche sono posizionate in modo corretto e possono muoversi fisiologicamente in modo adeguato, non si avvertirà nessuna disfunzione posturale; invece, se ciò non è consentito, la disfunzione craniale si trasformerà in una disfunzione posturale inducendo, a sua volta, sintomi più o meno marcati. Tra questi: cefalee, dolori muscolari, stanchezza cronica, depressione, ernia del disco, acufeni, allergie, vertigini, dislessie, disturbi del sonno, dolori articolari e disfunzioni dell’ATM (articolazione temporo-mandibolare).
Una corretta diagnosi è fondamentale nell’impostazione di un giusto trattamento ortodontico.
Il percorso diagnostico si compone di diverse fasi.
Alcuni di questi esami sono indispensabili per elaborare una corretta diagnosi mentre altri sono classificati come analisi complementari, a integrazione dei primi.
I dati raccolti attraverso il check-up ortodontico sono un valido supporto per stabilire, quando iniziare una cura, la durata del trattamento, come risolvere una malocclusione.
Tra gli esami diagnostici rientrano:
Le impronte dentaliriproducono le arcate dentali del paziente e permettono di ottenerne un modello in gesso o digitale capace di dare numerose indicazioni diagnostiche.
Sono fondamentali nel nostro caso per la progettazione dell’apparecchio ortodontico.
Lo studio dei modelli in gesso permette un’accurata analisi dell’occlusione, misurazioni più precise quali la discrepanza dento-dentale e dento-alveolare, l’entità di overjet e overbite, eventuali asimmetrie, la valutazione dello spazio presente in arcata, la visualizzazione delle zone dentali abrase o erose.
La radiografia panoramica delle arcate dentarie è l’unico esame capace di produrre su un’unica pellicola l’immagine dei denti, delle arcate dentarie, delle ossa mandibolari, mascellari, dei seni paranasali e dell’articolazione temporo-mandibolare, consentendo così di avere una visione d’insieme dell’apparato dento-parodontale. L’OPT è importante innanzitutto per valutare lo stato di salute dentario ed osseo, permettendo di visualizzare tutti gli elementi dentari presenti, anche eventuali denti inclusi o ritenuti nelle ossa, la loro morfologia radicolare, eventuali lesioni periapicali, quali ascessi o granulomi, processi cariosi, riassorbimenti di osso orizzontali o verticali (tasche). Inoltre può servire nello studio dello stato della dentizione in soggetti in età di sviluppo per indagare eventuali malformazioni, denti inclusi o lesioni ossee. Pertanto è fondamentale per la valutazione iniziale dello stato della dentatura prima di iniziare un trattamento ortodontico, sia nelle fasi intermedie e finali della cura.
La teleradiografia del cranio è una radiografia della testa da cui è possibile estrarre un’immagine per effettuare un’analisi cefalometrica, che si realiza a partire dall’individuazione di punti, linee e piani che l’ortodontista conosce molto bene e che gli consentono di eseguire misurazioni precise delle diverse strutture del cranio. Questo consente allo specialista di avere una visione completa dello svuluppo delle ossa, della posizione che queste assumono nei tre piani dello spazio (sagittale, antero-posteriore e trasversale) e della posizione che a loro volta assumono i denti rispetto alle basi scheletriche. Tali valutazioni sono fondamentali per la diagnosi e la pianificazione di un piano di trattamento delle malocclusioni dentarie e scheletriche.
Il paziente, dopo aver indossato un grembiule di piombo per schermare il resto del copro, viene posizionato in piedi all’interno di un apparecchiatura, craniostato, che consente di assumere una posizione corretta grazie a due prolungamenti che vanno ad inserirsi in ciascun orecchio. Lo sguardo deve essere orientato in avanti, i denti stretti e le labbra morbide.
Può essere eseguita da tre angolazioni: latero-laterale, postero-anteriore e assiale.
Con questa radiografia è possibile visualizzare l’intera struttura ossea cranica vista di profilo e i tessuti molli. L’ideale per una corretta esecuzione e la sua prescrizione specificando che deve essere visibile il profilo cutaneo preferibilmente con un rapporto di 1:1 (ottenendo un immagine che sia quanto più fedele alle dimensioni reali del cranio).
Dalla semplice osservazione della teleradiografia L-L si possono valutare eventuali problemi di profilo, disarmonie dento-scheletriche sul piano sagittale (ad esempio un morso inverso anteriore), i rapporti tra la mascella e la mandibola. Inoltre è possibile determinare il tipo scheletrico di malocclusione, sia in senso sagittale che verticale, il limite anteriore della dentatura, rispetto ai tessuti duri e molli, e l’inclinazione dell’asse delle radici delle dentatura frontale.
Con questa radiografia è possibile visualizzare l’intera struttura cranica frontalmente.
Ancora una volta vengono esaminati rapporti delle basi scheletriche tra loro e rispetto alle arcate dentarie. I fattori principalmente valutati sono le discrepanze delle ossa mascellare e mandibolare sul piano trasversale, le inclinazioni del piano occlusale eventualmente causate da un alterazione della posizione delle ossa, l’inclinazione dell’asse degli elementi dentari nel settore latero-posteriore.
Permette di valutare la morfologia cranica, analizzare i rapporti anatomo-scheletrici ed elementi dentari, ed evidenziare eventuali asimmetrie.
Gli esami fotografici possono interessare sia il viso che la dentatura, mentre più raramente e solo per la diagnosi di patologie più complesse l’intera figura (ad esempio in caso di evidenti asimmetrie). Queste indagini, soprattutto le fotografie intraorali, permettono di visualizzare il percorso (iniziale, intermedio, finale) di un trattamento ortodontico e di misurarne i risultati ottenuti sulla base di dati oggettivi.
Le foto del viso consentono delle valutazioni molto importanti, soprattutto di natura estetica.
Con la fotografia frontale viene valutata la simmetria facciale, l’armonia del viso, il tipo di tessuti molli periorali e il grado di competenza labiale.
Con la fotografia a pieno sorriso viene presa in considerazione l’esposizione dei denti e delle gengive, la posizione della dentatura rispetto alle labbra, la posizione della linea mediana delle arcate dentarie rispetto alla mediana del viso.
Con le foto di profilo a labbra chiuse si raccolgono informazioni sui rapporti sagittali tra i mascellari e sulla proiezione delle varie componenti del viso.
Con le foto di profilo in pieno sorriso viene preso in considerazione il limite anteriore della dentatura.
Oltre alle foto del viso si possono eseguire foto delle labbra sia frontali che laterali ed anche in questo caso sia a riposo che in pieno sorriso; le valutazioni sono simili alle precedenti e anche se non è possibile valutare il viso nell’insieme si ha una vision più dettagliata di questo settore.
Con le foto intraorali vengono valutati la morfologia dentaria, l’aspetto dei tessuti molli gengivali e la presenza dei frenuli, in che modo le arcate dentarie intercuspidano tra loro e la posizione che assumono rispettivamente rispetto ai piani trasversale, sagittale e anteroposteriore.